L’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Padova ha elaborato e pubblicato sul sito www.diocesipadova.it un’infografica con alcuni consigli utili nell’ambito dell’etica dell’ambiente digitale.
I curatori della proposta scaturita da un laboratorio sull’etica del digitale tenutosi a Padova in occasione di DIGITALmeet (19-22 ottobre 2017), hanno rilevato quanto sia opportuno oggi assumere la massima responsabilità possibile rispetto alle relazioni mediate dall’elettronica.
«La nostra è una provocazione -hanno spiegato gli organizzatori del laboratorio- elaborata insieme ai docenti universitari Mauro Conti e Anna Spagnolli, ad un gruppo di studenti e al presidente di Fondazione Comunica Gianni Potti, che può essere raccolta e rilanciata con la formula dell'”Open source” da altre persone a cui stia a cuore la qualità umana dell’abitare l’ambiente digitale.
Siamo partiti chiedendoci se il male esperito nell’ambiente videoludico sia ancora soggetto alla legge morale, anche se simulato, fino a considerare quanto la nostra percezione possa attenuare o ingigantire gli scambi nell’ambiente digitale e provocare, talvolta, conseguenze gravissime che lasciano segni per tutta la vita o addirittura ne minacciano l’integrità».
La proposta, denominata Ethical Brainframe, fa riferimento al concetto di brainframe elaborato dal noto massmediologo Derrick de Kerckhove, ovvero un mutamento della mente umana, sia in ambito cognitivo che percettivo, dovuto all’influsso delle tecnologie digitali .
Ecco sei consigli per abitare con più spessore umano e responsabilità l’ambiente digitale:
COMPRENDERE equivale a interpretare. Quanto più ci si libera da pregiudizi, precomprensioni e distorsioni tanto più ci si può avvicinare a fonti e significati originari.
BENE/MALE rimangono tali anche se mediati dall’elettronica e sono soggetti alla stessa morale che si osserva in presenza.
PERCEZIONE mediata dalle tecnologie digitali può distorcere il senso di responsabilità o la percezione della realtà come pure l’impatto di attacchi e vessazioni.
VIOLENZA e odio, e le loro conseguenze sulle persone, non sono moralmente meno gravi e riprovevoli solo perché mediati dall’elettronica.
VERIFICA È una seria e doverosa responsabilità morale verificare le informazioni che si trattengono per sé o si consegnano ad altri.
RISPETTO è il riconoscere la dignità che ciascuna persona e relazione porta intrinsecamente con sé, anche nella mediazione digitale.