di don Marco Sanavio
La realtà aumentata come estensione degli spazi di comunità? È stato il tema della seconda giornata di lavoro degli operatori pastorali del web appartenenti a varie Chiese cristiane d’Europa.
In fondo, hanno concordato i convegnisti, le nostre Chiese non hanno sempre aumentato lo spessore della realtà con la spiritualità, l’arte, l’efficacia della preghiera? Si tratta di percorsi di estensione della percezione che partono prima di tutto dalla propria mente. Il cervello, infatti, interpreta la realtà ina base a ciò che gli restituiscono i sensi. Se questi ultimi sono stimolati da mediazioni elettroniche, per quanto riguarda vista tatto e udito, invieranno alla rete neuronale la sensazione di poter abitare e interagire con spazi ed epoche nuove.
Piotr Baczynski, il giovane co-fondatore e amministratore delegato di “Immersion”, un’agenzia polacca che si occupa di realtà virtuale, ha raccontato agli operatori pastorali di Ecic come il suo lavoro sia iniziato con lo scopo di far sperimentare il futuro alle persone. Al tempo si era occupato della compravendita di appartamenti e aveva necessità di far comprendere ai potenziali acquirenti come i locali avrebbero potuto essere ristrutturati, modificati e arredati. La soddisfazione era massima quando gli acquirenti si ritenevano soddisfatti della simulazione perché aderente alla realtà.
Poi è arrivata la sida all’interno degli ospedali: poter “teletrasportare” i pazienti costretti all’immobilità e donare loro opportunità di svago ma anche di formazione, come ad esempio con la telepresenza in corsi e istituti scolastici.
Le considerazioni più curiose, però, sono giunte da alcuni operatori pastorali che hanno descritto il loro sforzo per generare piccole esperienze simili a Pokemon Go. Se la realtà virtuale, ad oggi, sembra una frontiera lontana la realtà mista fa già parte del quotidiano di molte Chiese. Esistono applicazioni per favorire i pellegrinaggi, che guidano lungo tutto il cammino e aiutano a comprendere il significato delle tappe con didascalie, foto antiche e video sovrapponibili a quanto appare nello schermo digitale.
Aumentare la realtà significa arricchire il significato creato dalla nostra mente in base alla percezione primaria. Vi è una percezione secondaria, aumentata che ci apre nuove frontiere, anche per l’esperienza spirituale.
Al convegno Ecic, tenutosi a Varsavia nell’aprile 2017, si sono confrontati anche tre operatori del web appartenenti alle Chiese cattolica, ortodossa e protestante. Tutti hanno rilevato come le difficoltà maggiori non siano nella collaborazione tra confessioni diverse ma all’interno della propria. Due anime, una tradizionalista e una più aperta al futuro, e molte divisioni intestine frammentano anche la presenza in Rete che, però, si conferma libera e in grado di superare le barriere dovute a blocchi istituzionali o a pressioni di gruppi vari. Internet come terreno estesa di comunione, dunque, come parte di una realtà estesa oltre il confine geografico e proiettata verso le nuove generazioni.