“Sebastiano Dicatum”
Un’antica iscrizione sull’altare sulla parrocchia di San Sebastiano, nella diocesi di Livorno, dà anche il nome al sito web che la rappresenta nel continente digitale. In questa comunità da 3700 anime, retta da quasi mezzo millennio dai Padri Barnabiti, passato e futuro vanno sempre più a braccetto.
Racconta Gaetano Mastrorilli, l’organista e il webmaster della parrocchia: «Già nel 2006 padre Giovanni Battista Damioli, pur essendo una persona anziana e non abituata a questi strumenti, aveva capito l’utilità del mezzo e mi aveva spinto a creare un sito per la parrocchia».
Prima la piattaforma gratuita di Virgilio, Xoomer, poi, un vero e proprio dominio: «Molti indirizzi erano già stati presi da altre parrocchie, così abbiamo scelto di valorizzare la nostra storia». www.sebastianodicatum.it, appunto.
Anno dopo anno il sito non è mai rimasto fermo, ma si è evoluto seguendo la tecnologia: «Non volevamo un sito statico, con poche informazioni, ma ci siamo impegnati per tenerlo sempre aggiornato aggiungendo di volta in volta le novità e gli avvisi che il parroco dice alla fine delle messe».
L’importanza di sperimentare.
Non tutto quello che è stato tentato però è rimasto. Ma ogni esperienza è stata preziosa: «Avevamo provato a realizzare, con alcuni redattori, una sorta di giornalino da pubblicare soltanto sul web. Quest’avventura, che è terminata dopo un anno, ci ha però aiutato a migliorare l’utilizzo che facevamo di questi strumenti. Abbiamo capito, infatti, che in un sito è preferibile dare le notizie con un sistema di web puro senza l’intermediazione di un giornalino:
questo è ciò che ti porta a fare la necessità di una fruizione veloce delle notizie».
Un sito “rafforzato” dai Social
Con la continua evoluzione del web, accanto ai siti Internet, sono cresciuti sempre più i Social Network, che, ben lungi dal rendere i siti obsoleti, permettono anzi ai loro contenuti di essere condivisi e ritrasmessi tra cerchie di persone che si conoscono anche nella “vita reale”. «Prima abbiamo creato un gruppo Facebook, poi, con la crescita del gruppo, abbiamo istituito una pagina vera e propria che ci permette di rilanciare le notizie dal sito. Mentre il gruppo permette uno scambio di opinioni e di pareri sugli eventi della parrocchia, come il mercatino di Natale, la pagina ci aiuta a raggiungere un pubblico più vasto».
Oltre a Facebook la parrocchia di San Sebastiano è presente anche su Twitter, dove vengono pubblicati gli aggiornamenti del sito e su Youtube, dove trovano spazio alcuni video – come alcuni scorci della riproduzione della Cappella di Loreto, tappa puntuale dei croceristi che attraccano – che vengono però anche inclusi all’interno del sito www.sebastianodicatum.it.
Anche su MyBusiness…
«La velocità con cui la tecnologia oggi si evolve è impressionante. Cerchiamo nel nostro piccolo di stare agganciati. Ad esempio, da poco abbiamo rivendicato la nostra chiesa all’interno di Google MyBusiness, registrando la location esatta della parrocchia aggiungendo il sito e gli orari».
E chissà quale sarà l’innovazione di domani…
Si arriva fino in Brasile
Il sito si presta anche ad incanalare in modo più efficace contatti “tradizionali”. «Spesso, le persone che non riescono a ritracciare i Padri al telefono, utilizzano il modulo contatti per fare le loro domande, per chiedere documenti o consigli. Con il sito abbiamo avuto modo di sapere che anche dei Padri Barnabiti dal Brasile hanno modo di aggiornarsi sulla nostra comunità. Anche se siamo una piccola parrocchia i ritorni sono evidenti».
Un consiglio a chi non ha ancora iniziato…
E a quelle parrocchie che da tempo sono in procinto di avventurarsi sul web, il consiglio di Gaetano Mastrorilli, alla luce della sua esperienza nella parrocchia di San Sebastiano, è netto: «È vero che molte persone che vivono la parrocchia sono tagliate fuori dalla tecnologia, ma è altrettanto vero che quelle che invece la usano potrebbero essere coinvolte, grazie a questi strumenti, in un progetto di vita parrocchiale. Il trend è che da una parte sempre più gente sarà connessa, dall’altra gli strumenti sono sempre più semplici.
Per le parrocchie e gli ordini religiosi sarebbe un errore imperdonabile snobbare questa sfida».