L’importanza della tecnologia, il cambiamento di orizzonti per la generazione dei più giovani sono tra i temi affrontati dai partecipanti all’ultimo incontro ECIC, Conferenza Europea dell’Internet Cristiano, tenutasi a Colonia dal 25 al 27 settembre scorsi, a cui ha preso parte anche WeCa.
Tra i presenti David Fredin Silverkors, (già) presidente del consiglio dell’Ecic, vicario nella Chiesa luterana di Svezia. «Il mio incarico – ha raccontato a WeCa – di solito non è molto digitale, ma questi temi sono molto importanti per me, come dovrebbero esserlo per tutti da quando Internet e tutte le sue ramificazioni stanno avendo davvero un grosso impatto nella vita di ciascuno e nella vita della Chiesa. È molto difficile affrontare bene queste problematiche sia dal punto di vista teologico, quando si tratta di teologia, ma anche dal punto di vista di ciò che la tecnologia sta rendendo possibile. Trovare un punto di incontro tra queste due aree è molto importante per me ed è per questo che da qualche anno faccio parte di Ecic».
La società europea di oggi, apparentemente distante dai temi della fede, in realtà si aspetta molto dalle Chiese: «Penso che oggi, per lo meno in Svezia, molti dei componenti della generazione Z, la generazione più giovane, cerchino più sicurezza dei Millennials, della mia generazione, più pronti a viaggiare per il mondo. I più giovani cercano ciò che è sicuro, come costruire una carriera solida dal punto di vista finanziario per sé stessi e per la propria famiglia, stanno più vicino a casa di prima e così, oggi, le domande esistenziali sono più pressanti, sia per la pandemia che per la guerra in Europa. Queste sono questioni in cui la Chiesa ha un grande ruolo da compiere nell’annunciare il Vangelo, perché noi possediamo una speranza che trascende questo mondo e abbiamo un Salvatore che è più grande di tutto quello che potremmo incontrare nella nostra vita. Abbiamo una speranza luminosa per il futuro, anche se le cose oggi possono apparirci oscure».