«Nel mondo iperconnesso e post-pandemia in cui viviamo si fa difficoltà a capire chi parla e chi è in ascolto, ma soprattutto si privilegia un ascolto che controlla e analizza, basato su ciò che poi diventa merce di scambio», è stato il commento di Monsignor Domenico Pompili, Vescovo di Rieti e Presidente della Commissione Episcopale Cultura e Comunicazioni sociali CEI all’incontro di formazione “Il giornalismo e la comunicazione digitale post Covid”, svoltosi giovedì 26 gennaio all’Università Lumsa di Roma e organizzato da Associazione WebCattolici Italiani (WECA), Federazione dei Settimanali Cattolici Italiani (FISC) e Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI) con Ucsi Lazio.
«Papa Francesco – ha aggiunto – ha più volte sottolineato come questa disintermediazione porta all’interruzione del dialogo e il mondo dell’informazione finisce per essere incapace di ascoltare quelle che sono le sensazioni profonde e i bisogni della gente». Una costatazione che è anche un grido di allarme, ma che rappresenta anche uno spunto «per migliorare il sistema e dare priorità all’ascolto che permette di far entrare il mondo dentro di noi» ha sottolineato monsignor Pompili. Dunque “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, ovvero il messaggio di quest’anno per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, «per riuscire a sfuggire ad una comunicazione che altrimenti ci fa diventare disumani».
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