di Andrea Tomasi
Oggi, 7 febbraio, è il Safer Internet Day, che richiama l’attenzione sui rischi della rete, specialmente nella fascia di età degli adolescenti.
Don Ivan Maffeis indica “la fatica dell’adulto a rendersi presente nel cammino educativo“. Infatti il contrasto alla piaga del bullismo in rete richiede una grande attenzione educativa, che chiama in causa i genitori e la scuola.
Gli psicologi concordano nell’identificare la radice dei comportamenti di cyberbullismo in una doppia condizione di disagio, quella del “bullo” e quella della vittima. Ma il fenomeno è amplificato dalla viralità della rete e dalla passività complice degli spettatori.
L’attenzione educativa deve misurarsi oggi con la consapevolezza che la rete “nasconde” i fenomeni di cyberbullismo, e spesso le vittime soffrono nell’isolamento, fino a quando il danno esplode in maniera irreparabile. L’intervento educativo richiede allora una particolare cura nei confronti dei ragazzi, con grande rispetto per i tempi di crescita e le sensibilità personali, senza interventi e forzature colorate di orientamenti ideologici.
Il problema non si risolve con leggi di difficile applicazione; l’ unica misura efficace sarebbe disciplinare la registrazione degli utenti in rete, che è invece la misura più trascurata.