In questi ultimi anni si sono moltiplicati i documenti, gli studi e le esperienze di coloro che cercano di portare il messaggio cristiano nelle culture e società digitalizzate. E c’è chi guarda a un approccio teologico capace di raccogliere le istanze “digitali” e interpretarle alla luce della Rivelazione per illuminare il Magistero e ispirare l’azione pastorale. L’ambiente digitale ha bisogno di un approccio peculiare e specialistico, necessita di preparazione specifica e una vocazione particolare. È una vera missione in terra straniera!
Per questo è interessante il contributo di quest’ultimo lavoro di Edoardo Mattei: Elementi di cultura digitale cristiana edito da Phronesis. L’autore è un laico domenicano, professionista del digitale, docente di teoria dei media digitali presso l’ISSR Mater Ecclesiae di Roma. Il libro nasce dal desiderio di fornire sia uno strumento di formazione sia un contributo alla riflessione sul digitale. Può essere considerato come una collezione di brevi saggi che toccano diversi aspetti della contemporaneità, ciascuno con il compito di offrire elementi storici, filosofici e sociologici in grado di illuminare e meglio interpretare le complessità contemporanee e le sfide alla fede.
I primi due capitoli gettano le fondamenta per il nostro itinerario ed approfondiscono l’aspetto storico ed antropologico oltre che a stabilirne lo statuto ontologico. I restanti capitoli sono dedicati a temi di attualità ed hanno struttura simile: inquadramento storico, la forma nel digitale e una proposta di azione / soluzione.
Benché si suggerisca la lettura continua, è possibile scegliere di leggere i singoli capitoli senza rispettarne la sequenzialità. Infatti, essendo tematici, sono elementi autonomi a se stanti e non richiedono precondizioni di lettura. Questo modo di procedere permette anche di usare il testo come base per discussioni e approfondimenti di singoli temi e spiega la ripetizione di alcuni concetti. Non sono errori, ma il tentativo di evitare il più possibile i rimandi interni.
È un libro assai denso di contenuti, di stimoli e di riferimenti. La necessità di rappresentare in meno di trecento pagine le principali sfide presentate dall’avvento del digitale ha costretto l’autore a sintetizzare idee e concetti. D’altra parte, gli esempi e i suggerimenti per azioni ed interventi volti a sviluppare una più consapevole cultura del digitale avrebbero probabilmente richiesto un maggiore spazio di approfondimento. In ultima analisi rimane comunque un testo utile per farsi un’idea sugli sviluppi e le implicazioni della cultura digitale nella vita delle persone e delle comunità cristiane.