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Il covid ha enormemente accelerato l’uso del digitale e del web in tutti gli ambiti.

Anche la Chiesa ha imparato a sfruttare tale potenziale, sperimentando molteplici iniziative di Evangelizzazione Digitale che si sono affiancate a quelle più ordinarie o hanno integrato quelle che non potevano essere fatte “in presenza”.

Arricchiti da un anno di “esperimenti”, si può iniziare a valutare i vantaggi e le vie nuove che si sono aperte e, nello stesso tempo, a soppesare meglio i rischi e i limiti che gli strumenti digitali impongono all’evangelizzazione.

E’ quello che si è cercato di fare durante l’incontro di formazione continua organizzato lunedì 7 giugno 2021 a Bergamo dai Missionari Monfortani, che ha visto la partecipazione “in presenza” di numerosi monfortani provenienti dalle comunità sparse in tutta Italia, oltre da coloro che hanno seguito “via zoom”.

La giornata è stata guidata da don Mattia Magoni (responsabile dell’Ufficio Comunicazioni della Diocesi di Bergamo) che ha proposto nella mattinata due relazioni circa il cambiamento antropologico derivato dall’uso del digitale e circa il panorama dei social più diffusi. Nel pomeriggio il relatore ha moderato la presentazione delle “esperienze di evangelizzazione digitale” ed ha presentato un “laboratorio-tutorial” sull’uso del canale youTube.

Dopo aver ascoltato le esperienze di evangelizzazione con i mezzi digitali già sperimentate da alcuni sacerdoti monfortani, la dott.ssa Rita Marchetti, intervenendo online all’incontro, ha presentato il canale youtube dell’Associazione WebCattolici Italiani, di cui è vicePresidente: per quasi tutti i presenti si è realmente “aperta una finestra” su questo prezioso portale per imparare, da operatori pastorali, a valorizzare il mondo del web.

Non solo: di seguito si è potuto vedere uno dei video-tutorial presenti sul canale – Catechesi online con don Alberto Ravagnani, youtuber –  in cui è lo stesso Presidente di WeCa, Fabio Bolzetta, che propone una delle tante esperienze di evangelizzazione con i mezzi digitali, quella che appunto del giovane sacerdote milanese, don Alberto.