Le tecnologie digitali sono state provvidenziali durante i mesi più duri della pandemia. Senza celebrazioni, preghiere e conforti spirituali tramite i social in molti si sarebbero sentiti perduti. Eppure, mai come nei mesi del “distanziamento sociale” ci si è resi conto di quanto sia decisivo – per la vita e per la fede – potersi incontrare in presenza, guardarsi negli occhi, fare comunità anche con la compresenza fisica. La domanda che ci si pone allora è: come possono, il web e i social, sostenere gli incontri in presenza, facendo sì che questi siano sempre più conosciuti, diffusi, partecipati e raccontati? Occorrono degli accorgimenti.
Il primo, “Un indirizzo fisso sul tuo sito web”: se la parrocchia ha un sito, al suo interno si può creare una pagina, corrispondente ad un unico indirizzo web, nel quale annunciare l’evento e poi raccontarlo con testo, immagini ed eventuali documenti allegati. Con un link unico l’evento potrà essere sempre condiviso e ritrovato dai motori di ricerca.
Il secondo, “Un’immagine viaggia meglio: crea una locandina social”: oltre alla pagina sul sito, consigliamo di condensare le poche – le più essenziali – informazioni dell’evento in presenza in un’unica locandina, che possa essere scaricata e che possa viaggiare, in modo del tutto autonomo, tra le bacheche social e le chat di Whatsapp.
La locandina deve essere essenziale, riconoscibile, con il logo e l’impostazione grafica della parrocchia, associazione o istituto religioso, senza rinunciare ad un po’ di originalità.
Il terzo: “Gli eventi su Facebook possono ancora darci una mano?”: Certo, non funzionano più così bene come una decina di anni fa, ma possono ancora dare il loro contributo. Gli eventi su Facebook possono essere creati dalle Pagine Facebook o all’interno di gruppi, e permettono, oltre alla definizione di date, orari e location, di dare tutte le coordinate per un evento, come le informazioni di base, eventuali allegati.
Il quarto: “Calendario condiviso su Google”: Google Calendar ha ormai sostituito l’agenda di milioni di persone. Oltre ai calendari personali, è possibile accedere a calendari condivisi. Perché non creare un calendario condiviso della parrocchia a cui tutti possano accedere?
Infine, il quinto: “Stimola la partecipazione degli utenti”. È importante non limitarsi a invitare le persone ad un evento, ma far sì che diventino loro stesse produttrici di contenuti. Si può creare un hashtag, e si possono stimolare le persone – nei limiti delle leggi della privacy – a produrre contenuti come foto e testi raccontando la loro esperienza. Se i social hanno trasformato le nostre dinamiche sociali, anche i nostri eventi devono tenerne conto.
di Andrea Canton
Scarica la pagina WeCa su Avvenire-Lazio Sette di domenica 25 luglio 2021