«Sappiamo che mai il virtuale potrà sostituire la bellezza degli incontri a tu per tu. Ma il mondo digitale è abitato e va abitato da cristiani». Lo scrive Papa Francesco nella Prefazione al libro «La Chiesa nel digitale» a cura di Fabio Bolzetta ed edito da Tau editrice. Il volume nasce dall’esperienza dei 150 tutorial promossi dall’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA).
Una riflessione a partire dalla prova della pandemia che ha accresciuto, nelle comunità, l’uso del digitale: «Penso a tanti sacerdoti – scrive il Papa – che hanno usato bene tecnologie e reti sociali per non far mancare al popolo di Dio il contatto con la Sua Parola, offrendo la possibilità di assistere alla Messa. Le reti sociali sono state usate per mantenersi in contatto, per segnalare i bisogni, per non farci sentire soli, per attivare iniziative di carità, per continuare a vederci in faccia in attesa di riabbracciarci». Nella Prefazione viene ricordato come «l’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA) in questi ultimi due anni ha incontrato e raccontato sacerdoti di ogni età impegnati, anche attraverso le nuove tecnologie, a mantenere unite le comunità affidate loro. L’uso di un telefono di fronte al divieto di assistere ai funerali per i familiari o la promozione di incontri in streaming per rassicurare, incontrare, essere sempre presenti e vicini hanno spinto, ancora di più, la crescita dell’uso del digitale anche nella pastorale». «Questa fase è stata certo eccezionale – sottolinea Francesco – specialmente per quanto riguarda l’esperienza della trasmissione online delle celebrazioni».
«La generosità e la spontaneità che hanno caratterizzato la fase dell’emergenza – esorta il Papa – vanno ora accompagnate da un’adeguata formazione. C’è davvero molto da fare, per crescere insieme nella consapevolezza dell’importanza ma anche dei rischi che l’uso di questi strumenti comporta. C’è davvero molto da fare per imparare ad ascoltare; e per coinvolgere e formare giovani, nativi digitali, che siano in grado di rivitalizzare i siti web delle parrocchie. Il web e le reti sociali possono essere abitati da chi testimonia la bellezza della fede cristiana, da chi propone storie di fede e carità vissuta, da chi comunica con il linguaggio di oggi la straordinaria novità del Vangelo, e da chi ascolta come gli apostoli e i discepoli impararono a fare da Gesù».
«Il contributo di questo libro è prezioso per la crescita di questa consapevolezza» scrive Papa Francesco. «Perché anche il web, territorio dove talvolta sembrano prevalere la voce che grida più forte e l’inquinamento delle fake news, può diventare uno spazio di incontro e di ascolto. La rete non ci farà sentire soli se saremo davvero capaci di “fare rete”, e se lo spazio virtuale non sostituirà ma aiuterà la trama dei nostri rapporti sociali in carne ed ossa».