Un campione rappresentativo dei parroci italiani ha ricevuto nei giorni scorsi un questionario da compilare. Si tratta di un passaggio cruciale del progetto dell’Università Cattolica (Cremit) dal titolo “Le relazioni sociali al tempo dei personal media nella realtà ecclesiale italiana. Soggetti, reti e opportunità di intervento pastorale, comunitario, educativo“, intento ad indagare se i social causino la degenerazione delle relazioni interpersonali oppure se siano in grado di rafforzare i legami e includere nella comunità.
«Il progetto – spiega la professoressa Lucia Boccacin, responsabile dell’iniziativa – è realizzato da un gruppo di ricerca interdisciplinare dell’Università Cattolica e mira a declinare questa domanda nella realtà ecclesiale italiana, dove l’annuncio evangelico, basato in larga misura sull’incontro diretto e su una proposta personale, si confronta con la “virtualità” dei media digitali, ma anche con la loro efficacia nell’estendere le occasioni di incontro e di proposta pastorale all’interno del mondo odierno».
I luoghi ecclesiali (le parrocchie, i decanati, le comunità pastorali) sono ambiti deputati alla costruzione e la rigenerazione di relazioni e legami comunitari, ma devono fronteggiare le ambivalenze e le frammentazioni della società contemporanea. «Al loro interno – si domanda Lucia Boccacin – quali processi consentono di instaurare e mantenere relazioni sociali solide e a volte innovative? Oggi l’innovazione relazionale si coniuga con la presenza dei media digitali nel mondo della vita quotidiana delle persone, delle famiglie, delle generazioni, delle organizzazioni prosociali e delle istituzioni».
Sono chiare le storture di queste tecnologie, ma anche i loro vantaggi: «Moltissime analisi hanno chiarito il ruolo degenerativo di tali dispositivi nelle relazioni interpersonali, ma, in questo progetto di ricerca, si intende focalizzarne la valenza connettiva e inclusiva in grado di concorrere all’empowerment di relazioni durevoli e al perseguimento del benessere dei singoli, delle famiglie, delle loro comunità di riferimento».
Con i dati forniti dai parroci attraverso la compilazione del questionario la ricerca dell’Università Cattolica intende misurare quali siano i frutti del buon utilizzo dei personal media nella realtà ecclesiale italiana: «L’annuncio evangelico, basato in larga misura sull’incontro diretto e su una proposta personale, oggi si confronta con la “virtualità” dei media digitali, ma anche con la loro efficacia nell’estendere le occasioni di incontro e di proposta pastorale all’interno del mondo odierno».
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.educazionedigitale.net, frutto della collaborazione tra l’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, l’Associazione dei WebCattolici Italiani (WeCa) e l’Università Cattolica (CREMIT).