(da Matera) È con un fuori programma il viaggio del Papa a Matera, a conclusione del Congresso eucaristico nazionale. Subito dopo la Messa allo stadio, Papa Francesco si è recato in auto presso la Mensa dei poveri “Casa della Fraternità” don Giovanni Mele, una delle opere-segno del Congresso eucaristico nazionale, che nella prima versione del programma ufficiale del viaggio apostolico, poi ridotto nei tempi, avrebbe dovuto inaugurare proprio oggi. E la benedizione è comunque avvenuta: il Papa è entrato nella mensa dei poveri in carrozzella, accompagnato dall’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo. Poi la breve visita in forma privata, al riparo dalle telecamere, alla mensa voluta dalla Fondazione Giuseppe Tamburrino e presieduta da Maria Teresa Di Muro, che al Sir aveva espresso il desiderio del passaggio del Pontefice: “Anche se il Papa non viene, stiamo facendo tutto come sa venisse”. E il suo desiderio è stato accontentato, subito prima della partenza di Francesco per Roma. Bagno di folla, oltre 12mila persone, nello stadio di Matera per la celebrazione eucaristica concelebrata dal Papa insieme a 80 vescovi e accompagnata dal suono del Coro e dell’Orchestra Sinfonica di Matera, diretta dal Maestro Carmine Antonio Catenazzo. 360 i volontari, a cui si sono uniti 200 uomini e donne della Protezione Civile. “Adorare Dio e non sé stessi”: è questa, per il Papa, “la sfida permanente che l’Eucaristia offre alla nostra vita: “Mettere lui al centro e non la vanità del proprio io. Perché se adoriamo noi stessi, moriamo nell’asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse si impossessano di noi e ci rendono schiavi; se adoriamo il dio dell’apparenza e ci inebriamo nello spreco, prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto. Sempre la vita ci chiede il conto”. Durante l’Angelus, anche un pensiero per il nostro Paese: “Io oserei oggi chiedere per l’Italia più nascite, più figli”.
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Foto Siciliani-Gennari/SIR