Da Avvenire del 28 agosto 2019.
Di Antonio Capano
Sono indaffarate nei preparativi, ma piene di gioia ed entusiasmo le religiose che ci ospitano nel parlatorio della Casa Madonna del Buon Consiglio. Oggi a Rossano-Cariati viene inaugurato il loro nuovo monastero agostiniano femminile. Scambiamo due battute con la superiora suor Lucia.
Il vostro nuovo monastero di clausura agostiniano femminile è l’unico al Sud.
Il monastero si pone come centro di spiritualità, collocato nell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, ma al servizio della Chiesa e del popolo della Calabria, delle regioni limitrofe e di chiunque vuole accostarsi al dono dell’esperienza monastica vissuta nel carisma agostiniano. Ci avvaliamo inoltre della Rete con un sito internet (www.osarossano.it) e una pagina Facebook, strumenti che accorciano le distanze e se bene utilizzati risultano utili per l’evangelizzazione.
I nuovi ed ampi spazi vi consentiranno di mettere in cantiere attività e iniziative.
In pratica sì. Ad esempio la partecipazione più agevole ai nostri momenti di preghiera, l’accoglienza, la promozione di incontri culturali. E non solo. Avremo un bel laboratorio per la lavorazione della ceramica finalizzato alla produzione di manufatti. Attività che ci consentirà anche di sostenerci, oltre alla Provvidenza che ci raggiunge in tanti modi.
Suor Lucia, provenite tutte dal Centro Nord. Avete lavorato in Calabria per un obiettivo che oggi si concretizza. Che cosa vi ha dato questa terra?
Abbiamo ricevuto anzitutto il Vangelo dell’ospitalità e continuiamo ad essere commosse dalla disponibilità e generosità di tante persone amiche. Con i laici in modo particolare si sono creati rapporti di collaborazione. Importante, e per noi nuova è stata la scoperta di quanto sia fondamentale renderli partecipi della nostra vita, coinvolgendoli nel lavoro e nella preghiera, in linea con la consegna dataci all’inizio da monsignor Marcianò: “Insegnateci a pregare”. Un grazie filiale lo dobbiamo al nostro arcivescovo Giuseppe Satriano che ha supportato il progetto, sostenendoci in questi anni non sempre facili per noi.
Antonio Capano
Da Avvenire del 28 agosto 2019