di Guido Mocellin, da Avvenire.it
In “La Chiesa nel digitale”, il volume a cura di Fabio Bolzetta in cui Weca (l’Associazione dei webmaster cattolici) ha raccolto “strumenti e proposte” a partire dai 150 tutorial realizzati tra il 2018 e il 2022, c’è un capitolo intitolato “Un prete su Facebook. Che cosa condivide?”. Si articola in «cinque possibili consigli», tra i quali: «Non pubblicare solo “cose da preti”, ma scrivi di tutto ricordandoti che sei un prete».
Ovvero: oltre che «avvisi parrocchiali e tracce di omelie», si possono condividere sui social molte altre cose, come gli stati d’animo con i quali si affrontano i piccoli e grandi tornanti della vita: sarà anche quello un modo di offrire la propria testimonianza, nonché di aprire «una finestra su di sé che aiuta le persone a relazionarsi». E poiché settembre è tradizionalmente, per tanti preti, mese di cambiamenti e di anniversari, ho provato a spigolare da Facebook come qualcuno di loro si è espresso, a fronte di un “passaggio”, in sintonia con il consiglio del Weca. Don Renato Pilotto ( bit.ly/3djt45e ) annuncia con due distinti post l’inizio della «nuova avventura» di collaborazione con le parrocchie padovane di Cava e Chiesanuova, e quello «ufficiale» del «servizio» nell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi di Padova, e comunica «tanta emozione e una speranza: muovermi con lo spirito giusto».