di Pasquale Gallo
con Rosa Maria Golluscio, genitore
Rosa Maria, qual è stato il rapporto di sua figlia con il digitale prima della pandemia da Covid-19?
Considerata la giovane età di Ludovica, il suo rapporto con il digitale prima del 2020 era pressoché nullo.
Come ha vissuto Ludovica il passaggio da una didattica svolta esclusivamente in presenza a una didattica svolta esclusivamente a distanza?
In principio la Dad è stata vissuta ed esperita da Ludovica con curiosità. Il nuovo modo di fare scuola l’ha coinvolta. Incontrare i compagni e gli insegnanti sullo schermo la divertiva, così come svolgere e restituire i compiti in formato digitale. Con il passare delle settimane, la motivazione è calata e il desiderio di ritornare nella sua classe in presenza cresceva giorno dopo giorno. L’esame di Stato a chiusura del primo ciclo d’istruzione svolto a distanza è ricordato da lei solo come un semplice adempimento portato a termine.
Ritiene sia cambiato rapporto di sua figlia con il digitale? Come?
Ludovica ora studia al Liceo e utilizza frequentemente l’Ipad per realizzare prodotti multimediali utili nelle verifiche orali e per i lavori di gruppo.
Lei e suo marito come avete supportato Ludovica in questo tempo?
Si è reso necessario il nostro supporto, a volte anche congiunto, per insegnare a Ludovica le procedure per un corretto ed efficace utilizzo delle piattaforme didattiche digitali.
I docenti di Ludovica, secondo lei, hanno adottato strategie media educative di senso? Cosa ha notato?
All’inizio della Dad i docenti sono stati impegnati nella rimodulazione del processo di insegnamento-apprendimento attraverso prove ed errori. Poi, con il passare del tempo, ho potuto notare in generale un miglioramento della pianificazione della didattica e un’ottimizzazione dei tempi. Tuttavia, ho riscontrato difficoltà a coinvolgere in modo efficace Ludovica e i suoi compagni durante le lezioni.
Lei è anche esperta di processi educativi. Nota cambiamenti negli aspetti cognitivi, motivazionali, relazionali e di apprendimento in sua figlia?
Durante la pandemia da Covid-19 con le conseguenti misure restrittive messe in atto per bloccare la diffusione del virus, Ludovica ha sofferto perché penso sia fisiologico provare emozioni spiacevoli quando si vivono situazioni difficili. In questo contesto, io e mio marito abbiamo cercato e stiamo cercando di contrastare tutt’ora in lei gli effetti negativi, tentando di arginare il malessere e proponendoci come modelli positivi. Ora, lentamente sta cominciando a frequentare “in carne ed ossa” i suoi nuovi compagni di Liceo conosciuti a distanza. A volte i rapporti relazionali risentono del periodo di isolamento vissuto tra le mura domestiche e Ludovica rifiuta la partecipazione a eventi sociali per restare a casa a seguire una serie televisiva.
Dal punto di vista dell’apprendimento Ludovica oggi ha la possibilità di seguire e partecipare a distanza a occasioni di formazione che in passato era impossibile seguire perché organizzate in città lontane dalla nostra zona di residenza. Questa, a mio parere, è sicuramente una novità positiva per la crescita personale anche per i ragazzi.
Cosa sente di dire ai genitori rispetto alla relazione tra digitale e responsabilità genitoriale?
L’uso responsabile e corretto del digitale nei giovani è un nuovo compito educativo che spetta soprattutto a noi genitori, proponendoci in primis come modelli positivi ai nostri figli sin da piccolissimi. Come tutte le educazioni, anche questa necessita di formazione. Io ho fatto tesoro dei consigli sull’uso consapevole del digitale nelle nuove generazioni desunti dalle letture dei libri di Alberto Pellai e di Piercesare Rivoltella.