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TikTok: può essere uno strumento educativo?

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7 Aprile 2021
TikTok: può essere uno strumento educativo?

Il tutorial di questa settimana è dedicato a TikTok, un social di origine cinese popolarissimo tra i giovani, esaltato da alcuni, additato come pericolo da altri. E ci domandiamo: può essere, nonostante le controversie dei casi di cronaca, considerato uno strumento educativo?

TikTok nasce ufficialmente in Cina nel 2014 con il nome di musical.ly: l’idea dei produttori era di creare un social con scopi educativi, dove imparare ed insegnare attraverso contenuti di brevi video di circa cinque minuti.

Gli sponsor e gli investitori hanno rivisto il focus, spostando la finalità dei contenuti unicamente sul divertimento, attraverso l’unione di musica e video e al coinvolgimento degli adolescenti. Con la prima espansione a livello internazionale, la società è stata acquistata dal colosso cinese ByteDance, nel 2017. Nel periodo immediatamente successivo, TikTok è entrato molto velocemente nella top five delle app più scaricate, contando nel 2020 8 milioni di utenti, in Italia.

Pur considerando la sua veloce e irruente ascesa, non priva di controversie, TikTok è pienamente figlio della nostra epoca: sempre in continuo sviluppo, viene utilizzato dai più giovani sia come luogo di intrattenimento sia per dar voce alla loro creatività. Come? Tramite contenuti video della durata di una manciata di secondi in cui ogni creator utilizza un proprio, unico e distintivo tone of voice.

Ed è proprio qui che TikTok si implementa, si contamina e dà spazio anche a video di taglio educativo e didattico. Certamente ci sono molti punti critici, propri del modo in cui i contenuti vengono prodotti e fatti circolare nei social (pensiamo al lato più problematico e al tema dell’età nell’accesso che non può essere separato dalle competenze media-educative necessarie).

La cronaca purtroppo ci ha testimoniato come TikTok sia stato anche lo spazio di contenuti pericolosi che, imitati, hanno avuto epiloghi drammatici. E qui un richiamo all’accompagnamento degli adulti sulle piattaforme digitali sia fondamentale. In punta di piedi, vorremmo però riflettere su come, questa piattaforma, possa essere invece utilizzata per promuovere “spazi di formazione”.

Ma allora, quali sono gli spazi di lavoro in termini media-educativi? Partiamo da una prima analisi dell’hashtag #imparaconTikTok. Questo categorizza la diffusione dei post educativo-didattici che spaziano dalla letteratura allo sport, dalla musica al lifestyle, dalla cucina ai viaggi, fino alle questioni sociali. Chi impara con TikTok? Ci sono almeno tre categorie di attori da indicare:  i ragazzi, ma anche i docenti di ogni ordine e grado come gli stessi educatori e animatori della pastorale, che potrebbero adottare lo sguardo di promotori di un uso saggio del social utilizzando i video prodotti dai tiktokers all’interno del contesto scolastico per innumerevoli motivazioni. Ad esempio, fornire uno stimolo di discussione alla classe, presentare un topic, avviare un momento di riflessione, fissare dei concetti appena affrontati, fornire istruzioni o tutorial utili ad attività laboratoriali o esperienziali. Inoltre, nulla vieta loro di creare un proprio account e proporsi come creator, magari coinvolgendo i ragazzi nella creazione di contenuti educativo-didattici ben fatti e rispondenti alle esigenze sia proprie sia di altri colleghi.

Infine, i genitori, che possono provare a capire maggiormente le dinamiche del social, ponendosi in dialogo con il proprio figlio e che possono rintracciare dei contenuti sui quali riflettere.

Se usato con competenza, rispetto e creatività, TikTok accoglie una mente curiosa che desidera comprendere, analizzare, condividere, interrogarsi, creare, progettare, e rilanciare contenuti ben fatti. Come dice Rivoltella: Se i ragazzi sono all’interno di questa piattaforma, si può continuare a rimanere nella stanza guardando i giardini di Kensington dalla finestra? O si dovrà uscire là fuori e accompagnarli nel loro volo?

Per idee sull’uso didattico e media-educativo di Tik Tok rimandiamo al lavoro che Cremit sta conducendo con il canale ad hoc creato, le schede dei video più interessanti legate alla proposta di attività didattiche e i suggerimenti d’uso. Le informazioni sono sul sito: www.cremit.it

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