Il 2020 è stato indubbiamente un anno pieno di brutte notizie, per certi versi anche notizie drammatiche. Eppure, anche quest’anno, come gli ultimi duemila anni a questa parte, si chiude con la notizia più bella di tutte, che sta alla base della festa del Natale: «Dio ci ha affidato suo Figlio e noi siamo diventati figli di Dio perché Lui è diventato uno di noi».
Padre Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Academia Mariana Internationalis, riflette sull’annuncio che ha cambiato la storia all’interno dell’ultimo Tutorial WeCa dell’anno solare “Maria e il Natale”. E lo fa attraverso lo sguardo di Maria. «Maria – spiega padre Cecchin nel Tutorial – secondo la tradizione ha accolto in grembo il Figlio di Dio il 25 marzo. Nel calendario mistico il 25 marzo corrisponde al 14 nisan del calendario ebraico, giorno in cui si ricorda la creazione di Adamo e il peccato di Adamo ed Eva. È per questo che gli antichi padri, come Papia di Gerapoli, dicono: “Lo stesso giorno in cui Eva fu sedotta dal serpente, Maria fu evangelizzata dall’angelo”». Dal 25 marzo si va al 25 dicembre, quando nasce il bambino, che «è il dono più grande che Dio abbia mai fatto all’umanità. Come ricorda san Paolo tutto è stato fatto per Lui e in vista di Lui. Tutta la Creazione attendeva la sua venuta».
Padre Cecchin ricorda una massima della liturgia bizantina: «Il cielo ti regala una stella, la terra ti regala una grotta, il mondo animale ti regala un asino e il bue, il mondo vegetale ti regala la paglia, ma noi uomini che cosa possiamo regalarti o Signore che diventi nostro fratello? Noi ti regaliamo il dono più grande che può fare l’umanità, ti regaliamo una mamma».
Se insomma Gesù è il dono che Dio fa all’umanità, Maria è il dono che l’umanità fa a Gesù: «L’evoluzione umana raggiunge il suo massimo proprio nella figura di Maria. Sia la Chiesa d’oriente che figure come san Bernardino da Siena ci dicono come tutta la scrittura fosse finalizzata per Maria, perché Maria è il luogo dell’incarnazione, è l’umanità arrivata capace di accogliere il Dio che si fa uomo e che viene a diventare nostro fratello».
Il racconto dei Vangeli ci avvicina al senso più profondo del grande mistero: «Dio ha donato suo figlio a Maria perché lo curasse, Dio continua ad affidare a noi l’umanità e il mondo perché noi lo curiamo, tutto è suo dono. Ecco che il Natale vuole ricordarci questa realtà fondamentale: Dio ci ha affidato suo figlio, noi siamo diventati figli di Dio quando lui è diventato uno di noi. E allora prendiamoci cura gli uni degli altri, imitiamo la vergine Maria nell’amore di Gesù che oggi si manifesta nell’umanità, che si manifesta in tutte le creature che nel giorno di Natale lodano quel figlio di Dio che si è fatto visibile tra noi».
Ai webcattolici e a tutti i comunicatori padre Stefano Cecchin rivolge gli auguri di Buon Natale: «Vi occupate della grande opera di far vedere a tutti come Dio si è fatto realmente visibile. Natale è quel bambino, che rappresenta la bellezza della comunicazione del Padre».