Tutorial in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
di Serena Viti, Officiale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
Finance for the Common Good
In the words of the Holy Father, finance reminds us that “we are called to be creative in doing good … using the goods of this world — not only material but all of the gifts we have received from the Lord — not to enrich ourselves, but to generate fraternal love and social fellowship.” (Angelus Message, Sunday, 18 September 2022). Finance is an instrument that weaves together different areas of life, of ourselves, and of development. It is a tool that unites, and it does this through expression and creativity, allowing us to realize our fundamental dignity, both for ourselves and for others.
In this way, finance can serve as an instrument for the common good. To reflect on this potential, we are called to return to the roots of finance that serve the many instead of benefiting the few, and to begin, it is good to specify that finance is, indeed, both necessary and relevant.
There is no opposition to finance a priori, or in itself, and this could not be, especially if we take a moment to consider that finance was born in the context of Franciscan economic thought: the first proper bank was founded in Perugia in 1462 as Monte di Pietà.
In order to counter crises, like those of liquidity, these original financial institutions served the poor with consumer loans, simply asking for goods of sentimental value in return. The founding principle of the Monte di Pietà was simple: credit must be granted to the poor so they may rise out of their poverty, and credit must be granted to entrepreneurs, those with talent, projects, and dreams to realize, so they may generate added social value. These are the criteria that inspired financial activity.
With the experience of the Monti di Pietà, the Franciscans sought to accomplish precisely this goal: to rediscover and promote human dignity through reintegration into society, helping the needy to begin after from a level of financial dignity and sufficiency.
The relevance and importance of the foundational work of the Franciscans is evident: still today, we must re-envision the economy starting from the point of view of the human person, knowing that the principal resource at humanity’s disposal is humanity itself, each person him- and herself. Economy and finance are tools, and insofar as they are, may be used for good or for harm, according to the end that they serve.
In this historical time in which we live, especially in the field of economics, ethical values are often sacrificed to pursue an economy based solely and exclusively on generating the highest profit possible. The consequence is that we forgot to prioritize the human person, leaning instead on the goods and gains to be acquired.
To counter this trend, there is a great need to rediscover the soul of financial activity and—learning from the example of the Franciscans—return human dignity to its central place in finance. We must not sacrifice the person at the altar of profit, and we may be inspired to remember that finance is an instrument with the potential to unlock the common good.
Finanza per il bene comune
Attraverso le parole del Santo Padre, la finanza ci ricorda che «siamo chiamati a essere creativi nel fare il bene… usando i beni di questo mondo – non solo quelli materiali, ma tutti i doni che abbiamo ricevuto dal Signore – non per arricchire noi stessi, ma per generare amore fraterno e amicizia sociale». (Angelus, domenica 18 settembre 2022)
La finanza è uno strumento che intreccia diversi ambiti della vita, di noi stessi e dello sviluppo. È uno strumento che unisce e lo fa attraverso l’espressione e la creatività, permettendo di realizzare la nostra dignità fondamentale, sia per noi stessi che per gli altri. In questo modo, può essere uno strumento utilizzato per il bene comune. Per riflettere su questo potenziale, siamo chiamati a tornare alle radici della finanza, che è al servizio dei molti anziché a beneficio di pochi e – per cominciare – è bene specificare che essa è sia necessaria che rilevante.
Non c’è un’opposizione alla finanza a priori o in sé. Questa non avrebbe senso, soprattutto se ci soffermiamo a considerare che è nata nel contesto del pensiero economico francescano: la prima banca vera e propria fu fondata a Perugia nel 1462 come Monte di Pietà.
Per contrastare le crisi, come quella di liquidità, queste prime istituzioni finanziarie servivano i poveri con prestiti al consumo, chiedendo semplicemente in cambio beni di valore affettivo. Il principio fondante del Monte di Pietà era semplice: concedere credito ai poveri per farli uscire dalla loro miseria, ma anche a quelli, tra gli imprenditori, che avevano talento, progetti e sogni da realizzare, perché generassero valore sociale aggiunto. Sono questi i criteri che hanno ispirato l’attività finanziaria.
Con l’esperienza dei Monti di Pietà, i francescani hanno cercato di raggiungere proprio questo obiettivo: riscoprire e promuovere la dignità umana attraverso il reinserimento nella società, aiutando i bisognosi a ripartire da un livello di dignità e sufficienza economica.
L’attualità e l’importanza dell’opera fondativa dei francescani è evidente: ancora oggi dobbiamo rivedere l’economia partendo dal punto di vista della persona, sapendo che la principale risorsa a disposizione dell’umanità è l’umanità stessa, ogni individuo. L’economia e la finanza sono strumenti e, in quanto tali, possono essere usati per il bene o per il male a seconda del fine che perseguono.
Nell’epoca storica in cui viviamo, soprattutto nel campo dell’economia, i valori etici vengono spesso sacrificati per perseguire un’economia basata solo ed esclusivamente sulla generazione del massimo profitto possibile. La conseguenza è che abbiamo dimenticato di dare priorità all’individuo, concentrandoci invece sui beni e sui guadagni da acquisire.
Per contrastare questa tendenza, è necessario riscoprire l’anima dell’attività finanziaria e, sull’esempio dei francescani, riportare l’uomo al suo ruolo centrale anche in questo ambito. Non dovremmo sacrificare la persona sull’altare del profitto, ma piuttosto essere ispirati nel ricordare che la finanza è uno strumento che ha il potenziale per promuovere il bene comune.