Capita spesso, soprattutto sui social media, di entrare in contatto con notizie che non abbiamo cercato. Magari apriamo WhatsApp per leggere il messaggio di un familiare e ci imbattiamo nell’articolo che un conoscente, sul gruppo del vicinato, ha inviato a tutti. Oppure apriamo Facebook e nel nostro “feed” notiamo una notizia che invoglia il nostro click promettendo importanti rivelazioni o approfondimenti.
Questo fenomeno viene definito in gergo accademico “esposizione incidentale alle notizie” e si riferisce nel dettaglio a quelle situazioni in cui le persone vengono esposte a notizie che non hanno cercato attivamente. Si tratta di un fenomeno che non riguarda soltanto la rete e i social media: fin da quando la radio prima e la televisione poi sono diventati beni di massa, molti ricercatori hanno notato che i cittadini che le usavano principalmente per intrattenersi o divertirsi talvolta potevano entrare in contatto con notizie di politica e attualità in maniera “incidentale”. Questo succede ancora oggi: basti pensare che, tra un cantante e l’altro durante il Festival di Sanremo, è stata trasmessa una versione ridotta del TG1, esponendo di fatto gli spettatori del Festival a notizie non hanno cercato attivamente.
Tuttavia con l’avvento dei media digitali questo fenomeno ha assunto una rilevanza e delle dimensioni maggiori, sia per la vastissima disponibilità di contenuti informativi o pseudo-informativi che circolano su questi canali, ma soprattutto per la sempre maggiore difficoltà a distinguere tra informazione e intrattenimento che oggi caratterizza il mercato dell’informazione.
L’esposizione incidentale alle notizie può avere dei risvolti molto importanti (ma anche controversi) sul nostro livello di informazione e sul modo in cui si formano le nostre opinioni. Da una parte, infatti, permette a persone non particolarmente propense ad informarsi di avere delle conoscenze minime sul mondo che li circonda, aumentando di fatto il loro livello di informazione.
Le notizie che giungono in maniera casuale favoriscono inoltre il cosiddetto “effetto serendipity”, che si verifica quando una persona trova qualcosa di interessante o utile in modo fortuito, senza averlo cercato attivamente, permettendogli quindi di uscire dalle “bolle” informative che si generano quando si parla sempre con le stesse persone o si fruisce sempre degli stessi canali.
D’altra parte, però, questo tipo di fruizione alle notizie può avere anche degli effetti negativi. Il web infatti è popolato da molti attori problematici che inquinano il dibattito pubblico, sia con la volontà di manipolare l’opinione pubblica sia per ragioni meramente commerciali (ad esempio la necessità di generare introiti pubblicitari attraverso i click). Attori di questo tipo possono talvolta “forzare” l’esposizione di alcune persone a notizie problematiche, utilizzando degli espedienti per catturare la loro attenzione.
Ad esempio, su Facebook sono presenti diverse pagine religiose che pubblicano preghiere o versetti della Bibbia, alternandoli però con notizie che non hanno nulla a che vedere con la religione. Gli utenti di Facebook che seguono queste pagine in cerca di contenuti religiosi sono in realtà esposti anche (e soprattutto) a contenuti informativi in una maniera che sembra essere tutt’altro che “casuale” se osservata dalla prospettiva della fonte. Si tratta perlopiù di contenuti informativi di bassa qualità e talvolta fuorvianti, che possono produrre degli effetti negativi nella percezione di chi li legge. Alcune persone infatti possono essere più suscettibili di altre all’influenza delle notizie trovate in maniera casuale, a seconda di vari fattori come l’età, il livello di istruzione, il background culturale e l’orientamento politico. L’esposizione incidentale a notizie inaffidabili o false potrebbe influenzare la percezione della realtà dei soggetti esposti, alimentando fenomeni quali intolleranza, polarizzazione e complottismo.
In conclusione, l’esposizione incidentale alle notizie è un fenomeno importante che può influenzare il modo in cui le persone pensano e agiscono. Mentre per alcune persone l’esposizione incidentale può essere innocua o addirittura un’opportunità per rimanere informati sull’attualità, per altre persone può influire sulla formazione delle loro opinioni e sul loro livello di fiducia nei media e nelle istituzioni in generale. Pertanto, è importante che le persone prestino attenzione a ciò a cui vengono esposte incidentalmente e adottino un atteggiamento critico nei confronti delle notizie che incontrano.
Testo: Rita Marchetti