Minecraft nasce nel 2009 da un’idea di Markus Persson, un giovane sviluppatore di videogiochi.
Il termine è composto dalla somma di due parole:
- mine, che fa riferimento ad una delle principali attività del gioco, ovvero scavare,
- e la parola craft che fa riferimento al costruire.
Questa seconda parola è l’esemplificazione e la sintesi più chiara dell’intero videogioco.
Minecraft, dunque, è un videogioco 3D e rientra nella categoria dei sandbox perché offre la possibilità di sperimentare la propria creatività senza limiti, non ci sono obiettivi prestabiliti a priori, ma ogni utente è libero di stabilire i propri.
In italiano si potrebbe tradurre il termine sandbox come “recinto di sabbia” e idealmente rappresenta proprio quell’area all’interno della quale i bambini possono sperimentare.
Questa categoria di videogiochi mette a disposizione degli utenti un luogo all’interno del quale muoversi liberamente e degli strumenti che permettono di poterlo modificare.
Il design pensato per Minecraft rappresenta una scelta azzardata in un momento in cui nel settore grafico-visivo vi era la volontà di non far più percepire all’occhio umano i pixel presenti negli schermi.
Nel novembre 2011 Minecraft viene lanciato ufficialmente nella sua versione definitiva, diventando il gioco più virale di sempre con circa 280 milioni di copie vendute e 141 milioni di utenti attivi.
Nel 2016 Microsoft decide di portare Minecraft nelle scuole con lo sviluppo di Minecraft Education Edition, che offre la possibilità a insegnanti e studenti di sperimentare ogni disciplina in questo immenso mondo.
Nel 2018 su Netflix arrivano i primi episodi della serie TV completamente dedicata a Minecraft dal titolo “Minecraft story mode”.
Non è la classica serie TV alla quale si è abituati, dove lo spettatore è un fruitore passivo. Anzi, in questo caso lo spettatore viene chiamato in gioco e deve partecipare prendendo delle scelte, si tratta di una modalità di fruizione interattiva.
Il gioco è costituito da un mondo infinito da esplorare, e si tratta di una generazione procedurale del mondo. Questo significa che una determinata porzione della mappa viene implementata nel videogioco solo nel momento in cui viene scoperta.
L’utente può esplorare biomi diversi, come la pianura, il deserto, la montagna, che sono estremamente realistici perché caratterizzati da una propria fauna, una propria vegetazione e tutto ciò che caratterizza quell’ambiente. Nel deserto, ad esempio, ci sono arbusti e cactus, pochissima vita e non piove quasi mai, invece.
Ma quali sono le possibilità in ambito educativo e didattico? Facciamo qualche esempio: possiamo ricreare l’età di bronzo in versione pixelata nel corso di storia; possiamo ricostruire una regione o ricreare l’intera città di Cremona in modo dettagliato e realistico, come fatto in Italia da due docenti, ma anche studiare chimica, fare esperimenti, costruire il ghetto ebraico di Roma, un quartiere abbandonato dove innestare nuovi progetti sociali.
Lavorare in Minecraft e Minecraft Edu consente di esercitare la creatività, il pensiero critico, il problem solving e la capacità di lavorare in gruppo. Non si tratta di competenze disciplinari, ma trasversali, tanto care alla scuola e al mondo dell’educazione.
E, in quanto competenze, non si possono apprendere (solo) con una lezione o con la lettura di un libro, ma vanno (soprattutto) esercitate: Minecraft rappresenta uno dei mondi possibili per farlo.
Testo: Elvira Barone