Testimonianza e coerenza personale, prossimità all’uomo di oggi, capacità di ascolto, umiltà nell’accettare e utilizzare i linguaggi dei social rinunciando – almeno in questo contesto – alle omelie e ai discorsi programmatici. L’esempio è contenuto nell’”enciclica dei gesti” che Papa Francesco sta scrivendo con il suo pontificato.
È questa la ricetta per una rinnovata presenza evangelizzatrice dei cristiani sul web che suor Maria Antonia Chinello della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» ha offerto mercoledì sera in occasione dell’ultimo dei sei “dialoghi” in diretta web su “Comunicazione e Misericordia”, ciclo promosso dall’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI e dall’Associazione WebCattolici Italiani in preparazione alla 50ma Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali di domenica 8 maggio.
«La testimonianza è il fulcro dell’evangelizzazione di oggi – ha spiegato la religiosa salesiana e docente di comunicazione – ma si può dire che lo sia sempre stata. Oggi però l’evangelizzazione si trova ad operare in una cornice del tutto nuova, in una società globalizzata in continua “rapidizzazione” sommersa di parole e di notizie. Se Eraclito diceva che “tutto scorre”, oggi potremmo dire che “tutto corre”, senza punti di riferimento sicuri in questa vita “liquida”, come la descrive Bauman». In questo contesto la fede rischia di trovarsi “accantonata”: «La fede cristiana non può più essere data per acquisita, ma deve essere rigenerata continuamente: il Papa ci richiama alla testimonianza, perché ciò che siamo lo riveliamo anche con le azioni, con le parole e con i gesti». È l’autenticità che premia: «Il mondo più che di maestri oggi ha bisogno di testimoni. Papa Francesco è sia maestro che testimone: dal 13 marzo del 2013 sta scrivendo un’enciclica dei gesti ispirati dalla misericordia, sotto i nostri occhi».
Nel suo messaggio per la 50ma GMCS Papa Bergoglio insiste a più riprese sull’urgenza dall’ascolto, nel quale arriva a consumarsi “una sorta di martirio”: «Un detto rabbinico diceva che se Dio ci ha dato una bocca e due orecchie è perché dobbiamo ascoltare il doppio di quanto parliamo. Nella nostra società c’è un deficit di attenzione, siamo diventati intolleranti alle pause e all’attesa: se usciamo di casa senza cellulare è come se ci fossimo persi nel mondo». Per evangelizzare dobbiamo insomma tornare ad ascoltare, recuperando l’attitudine all’interiorità e al silenzio: «Fare silenzio è un sacrificio che ci fa entrare davvero alla Terra Santa dell’incontro con l’altro. Dobbiamo comunicare con le persone di oggi, altrimenti correremo il rischio come Chiesa di trovarci fuori gioco perché ci mancheranno le categorie di riferimento».
In questo grande “continente digitale” il cristiano è chiamato ad essere missionario “ad gentes”: «La Rete è un grande spazio antropologico, dove si entra per condividere e partecipare. Può davvero diventare ciò che afferma Papa Benedetto: una grande porta in cui passa la fede aprendosi alla dimensione della verticalità. La presenza dei cristiani può “bucare” la Rete, liberandoci dalla trappola dell’orizzontalità, per la quale si condividono tante domande ma non si elaborano delle risposte. Questa è una missione “ad gentes” che allarga i confini a tutto “il popolo della Rete”». Papa Francesco nel suo messaggio per la 50ma GMCS parla sì di annuncio, ma anche di prossimità: «Come diventare prossimi? Dobbiamo parlare la stessa lingua della Rete, anche senza sposarne tutte le logiche. Dobbiamo capire che non possiamo fare grandi discorsi e omelie ma, sfruttando le dinamiche del web, possiamo condividere immagini, frasi, brevi riflessioni che però partano davvero dalla realtà delle persone che incontriamo». Farsi prossimi, come Gesù che cammina insieme ai discepoli verso Emmaus: «Dobbiamo avvicinarci, come compagni di viaggio, facendosi incontro alla parola dell’altro».
Suor Maria Antonia Chinello esorta i cristiani: «Chi non ha mai provato a frequentare gli ambienti digitali provi ad entrare, magari facendosi aiutare. Dobbiamo diventare competenti anche in questo campo per poter davvero incidere nella cultura di oggi».